La legge obiettivo non ha centrato l’obiettivo, anche perché lo scenario socio-economico di questo territorio si è drasticamente modificato nel corso tempo!
La legge obiettivo ci parlava – senza poi argomentare più di tanto – di un’opera strategica per il territorio, ma questa strategicità va oggi ripensata:
- non è più una strada che deve accompagnare lo sviluppo industriale – ormai ampiamente tramontato con il tramonto del TAC salentino;
- non è un’opera che può assecondare uno sviluppo in chiave turistica, perché la domanda turistica oggi chiede servizi per fruire del territorio in maniera diametralmente opposta: turismo lento, viandanze a piedi e a pedali, storia, paesaggio, natura, i visitatori cercano relazioni, racconti, cercano “cultura”.
- forse l’unica “nota strategica” che resta ancora in piedi – se così possiamo considerarla – è il fatto che la strada “risolverebbe” un problema di viabilità in quei centri che hanno un attraversamento all’interno dell’abitato…
Ma davvero la nuova strada risolverebbe? Non possiamo darlo per scontato, perché il nuovo tracciato sarebbe sicuramente utile a chi parte da un centro abitato per andare verso Lecce, ma se ci si deve spostare nei paesi limitrofi, sarebbe un vantaggio prendere la nuova statale? Provate, per esempio, partendo dall’abitato di Tricase, a prendere la Cosimina per andare a Marina Serra (io lo faccio spesso!) scoprirete di percorrere quasi il doppio della strada impiegando lo stesso tempo! Ma se, invece, devo andare a Lecce il vantaggio ce l’ho! D’accordo!
- Ma quante volte alla settimana esco dal paese per andare a Lecce?
- E quante sono le persone che lo fanno tutti i giorni? Sono lo zero virgola a Tricase, lo zero virgola a Tiggiano, a Corsano, ecc. ecc.
Quindi, questa strada così concepita ormai è strategica allo zero virgola! Convinciamoci che è necessario fermarsi a ripensarla!
Non sprechiamo un’altra occasione!
Credo sia chiaro che, in questo contesto, l’utilità della strada è veramente discutibile, consuma suolo sì, ma, a mio avviso, comporta un danno ancor più grave: ci nega la possibilità di ragionare apertamente e pubblicamente tutti insieme come comunità su cosa sia davvero necessario per il nostro sviluppo economico, e su quali siano i compromessi che dobbiamo fare per garantirci crescita economica e qualità della vita quotidiana.
E questo è un nodo che possiamo sciogliere solo se nel Capo di Leuca ci riconosciamo realmente come un’unica comunità e incominciamo a mettere in circolo e in condivisione idee, esigenze, problemi e possibili soluzioni.
Allora l’unica proposta ragionevole in questo contesto è:
- bonificare tutte le discariche emerse sotto il vecchio tracciato e non, rivendicare con forza il diritto alla salute prima di ogni altra cosa
- avviare i lavori del raddoppio fino a Montesano Salentino
- mettere in sicurezza – ove possibile, il tracciato esistente a sud di Montesano
- e congelare il progetto da Montesano in giù, in modo da aprire una nova fase di dibattito PUBBLICO E PARTECIPATO per capire quale sia il progetto di nuova viabilità di cui il territorio ha realmente bisogno.
Partecipare, partecipare, partecipare!
Voglio chiudere questo breve ragionamento dicendo questo: sono ormai venti anni che ci occupiamo di problematiche ambientali, di sostenibilità, di crescita responsabile e nel corso degli anni abbiamo visto tante evoluzioni e raggiunto tanti successi;
- chi alla fine degli anni novanta parlava di ambiente quasi veniva additato e minimizzato come “difensore di fiorellini”, venivi quasi ridicolizzato, perché lo sviluppo economico non badava a spese, soprattutto quando queste erano a danno dell’ambiente… Oggi la situazione non è più questa e, anche grazie alla tenacia di chi ci ha creduto, le tematiche ambientali interessano in maniera sempre crescente l’opinione pubblica, non mi dilungo su questo perché credo che siamo diffusamente d’accordo… (pensate al concetto di strada parco – nasce in maniera emblematica proprio da questo processo di consapevolizzazione da parte dei cittadini)
- da un certo momento in poi abbiamo iniziato a parlare di cittadinanza attiva, di processi di partecipazione, di progettazione partecipata… e ancora una volta ci siamo presi le solite note di demerito, me ne ricordo una fra tutti: facevamo chiacchiere da bar! Anche su questo il tempo ci ha dato ragione, oggi si parla diffusamente di cittadinanza attiva! Non solo, oggi tutti i progetti di interesse generale, come ad es. gli strumenti di pianificazione territoriale, prevedono espressamente nelle procedure di approvazione il coinvolgimento di cittadini, associazioni e portatori di interessi (pensate ai PUG, ai Piani Coste, ecc.) – certo, anche su questo tema c’è ancora tanto tanto da fare…
E allora questo è il momento di rilanciare, di portare a frutto gli importanti risultati conseguiti in questi anni, è arrivato il momento di parlare di comunità, ossia di cittadini di un’area geografica che decidono di farsi carico e di risolvere insieme le problematiche che interessano la loro comunità, e lo fanno senza svendere, ma, al contrario, valorizzando l’ambiente, il paesaggio, il territorio; e lo fanno adottando processi di partecipazione che sappiano rappresentare al meglio le esigenze di tutti i soggetti della comunità.
Questa è la nuova sfida che ci attende nel prossimo futuro, prima ce ne renderemo conto, prima riusciremo ad imboccare la strada virtuosa di uno sviluppo economico e sociale stabile e duraturo. Ormai la rivoluzione gentile è partita e non si può più fermare… I turisti che raggiungono i nostri territori non chiedono strade veloci, ma chiedono di essere accolti nella nostra COMUNITÀ, e continueranno a farlo in maniera sempre più entusiasta se noi sapremo dare risposta a questa richiesta. Perciò noi abbiamo il dovere morale di riconoscerci l’un l’altro, di ritrovarci tutti insieme non una, ma il numero di volte che si rende necessario, non solo a Tricase, ma in tutti i comuni del Capo, e sono sicuro che tutti insieme, attraverso questo processo di stimolo dell’intelligenza collettiva individueremo la soluzione più idonea alle esigenze di tutti.
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