3 – 4 ottobre 2019

#Per fortuna sono diverso – motto di SWIM – Liberi di nuotare.

Chiariamo subito una cosa: la star dell’incontro sull’accessibilità è la signora Maria, la mamma dei gemelli lu stessi, come li ha battezzati Claudio al pranzo di benvenuto di domenica. L’indomabile Maria ha prodotto non una, bensì due torte che i gemelli hanno portato al Celacanto per la felicità di panze e cosce rigogliose. La prima era una trascurabile crostata con troppa pasta e una spolverata di marmellata (lì devi migliorare, Maria), la seconda era un’opera d’architettura di pan di spagna, crema chantilly e tegole di nutella con tanto di certificazione antisismica. Pesava più della fiatella di Giuliano Ferrara.

I gemelli Surano, Rosario e Salvatore, hanno la pelle cotta dal sole e le iridi rosse dei lupi di mare, non li distingui facilmente, ma ci sono piccole differenze: Rosario è leggermente più posato, mentre Salvatore è animato da un’irrequietezza caotica. I gemelli operano primariamente presso il centro ADELFIA di Castiglione, lavorando con persone con disabilità o diverse abilità. E all’incontro con le scuole hanno portato un gruppo di uomini e donne che usufruiscono dei servizi di ADELFIA.

Ma sono anche stati istruttori di nuoto in molte piscine della provincia , e amano il mare. Li si trova tutto l’anno nelle acque del Porto Museo di Tricase. Hanno fondato SWIM – Liberi di Nuotare, grazie a un progetto Interreg. Italia-Grecia e si sono insediati ad Andrano Marina, dove hanno creato una piccola area attrezzata per la balneazione di tutti e soprattutto delle persone con varie disabilità: da quelle motorie a chi è affetto da Alzheimer, a chi ha avuto un incidente ed è momentaneamente  incapace di muoversi in autonomia, fino agli anziani con scarse abilità motorie.

‘Prima li facciamo accomodare ai tavolini per un po’, così possono abituarsi allo spazio esterno, alla transizione dallo spazio chiuso della casa a quello aperto della riva di un lido’, spiega Rosario.

‘Solo quando sono pronti, li aiutiamo lentamente, con una sedia Job, oppure anche a braccio, a entrare lentamente in acqua’, continua Salvatore, ‘prima però chiediamo se possiamo toccarli, perché non tutti sono a loro agio col contatto fisico’.

L’ultimo passo è immergersi e nuotare in libertà, supportati.

Sembra poco, ma non lo è. Negli occhi di Salvatore e Rosario c’è un bagliore quando riportano la loro esperienza nell’incontro con la cittadinanza nel complesso della Rena e Le Sette Bocche, organizzato da Magna Grecia Mare, partner della Gallery 2019. Le sillabe lasciano con foga le bocche, attraversano lo spazio delle grotte e raggiungono le persone che si sono disposte in cerchio. I suoni penetrano le orecchie e scivolano giù da qualche parte tra lo stomaco e il cuore.  È l’urgenza di aiutare qualcuno che li anima, di sentirsi utili, un’urgenza che contagia.

‘Quando ti dicono: “Grazie, era da quarant’anni che non facevo il bagno sugli scogli”, allora sei contento. Perché molti sono costretti ad andare alle spiagge di sabbia, ma anche lì non è facile. Spesso sono lasciati soli’, dice Rosario, che ha impugnato il microfono e si è seduto al centro del cerchio.

Le disabilità e loro sfumature non si contano più. Si sente parlare anche di accessibilità culturale. Che significa? Che bisogna rispettare gli altri. I gemelli Surano non fanno pagare l’utilizzo dei bagni ai fruitori della struttura, per gli altri, invece, c’è un contributo di cinquanta centesimi. Quello che non manca è il reciproco rispetto: negli anni di attività non hanno mai trovato il bagno troppo sporco, o la tazza intasata, spiega Rosario. D’altro canto, non manca mai la chiave alla porta, né mancano sapone e carta igienica.  

‘Perché una persona deve farmi sapere di dover andare in bagno?’, chiede Rosario alla platea. ‘Perché questa intrusione nella intimità? Una volta una signora mi ha ringraziato perché non si è sentita ‘umiliata’ nel dovermi chiedere la chiave. Anche questa è accessibilità: sta nei piccoli gesti, nelle sfumature’.

È stato un incontro sentito, credo, partito un po’ a singhiozzi, che poi ha trovato il suo passo. Le parti coinvolte erano tante: Sonia Sabato, l’assessore ai Servizi per il Sociale, Stefania Sciurti, dell’associazione di genitori di bambini disabili DAI Reagiamo –  Diversamente Abili Insieme, Giuseppe Pasanisi, Presidente della Lega Navale, la pediatra e genetista Gina Morciano, per il Rotary Club Tricase – Capo di Leuca, Vito Ferramosca, capo ingegnere del Comune, ma anche i rappresentanti dell’Istituto Agronomico del Mediterraneo di Bari, e i cittadini interessati.

Geri e Carla di Coppula Tisa, l’associazione che ha promosso l’incontro, hanno introdotto le idee e gli obbiettivi della Gallery 2019, che si occupa di ambiente e territorio in un’ottica di processi partecipati. Poi si è entrati nel vivo. Ufficialmente il tema della serata era l’accessibilità della spiaggetta del Porto. Ma è emersa una visione condivisa che lascerebbe la spiaggetta così com’è, a parte alcuni modifiche agli scivoli ai due lati che i muschi hanno reso pericolosi per l’ingresso in acqua. Quasi tutti, e sicuramente i gemelli Surano sono d’accordo, vanno verso l’individuazione di un’area dedicata nella zona ‘Rotonda’, da attrezzare per la balneazione di persone con disabilità con famiglie e amici al seguito. Un’area gestita da personale ben formato, naturalmente.

Ok, ma come renderla un’iniziativa economicamente sostenibile nel tempo? Come fanno i fratelli Surano? Certamente non lucrano e garantiscono i servizi per lo più a titolo gratuito. Ma qualcuno, pare, qualcosa la paga. Per Tricase bisognerebbe pensare a un servizio strutturato e istituzionale che si auto-sostenesse e che prescindesse dalla buona volontà di un gruppo di cittadini.

In questo senso è una contingenza più che fortunata che al Porto Museo di Tricase sia già attivo un progetto Interreg. Italia-Albania-Montenegro che ha come obbiettivo l’accessibilità a trecento sessanta gradi: dai racconti sul Porto in braille per i cechi, all’inserimento di opzioni vegane e vegetariane nei menù dei ristoranti, alla formazione in lingua inglese agli operatori turistici, alle strutture fisiche che permetterebbero la mobilità a tutti, fino a zone riparate e protette per le persone affette da autismo.

L’accessibilità è tutto ciò che ci permette di fruire di qualcosa, tutto ciò che cerca di riconoscere a tutti umanità e identità proprie. C’è una frase di Salvatore che mi ha colpito e che per me riassume un po’ tutto e comincia con ‘Perché?’ (molte delle frasi dei gemelli sono interrogazioni che esigono risposte):

‘Perché, la mattina di fronte all’armadio aperto non posso chiedere a una persona disabile come si vuole vestire oggi? Quale maglietta vuole indossare? Quale maglione o cravatta mettere? Vuole un po’ di profumo? E farlo senza pietosismo. Perché?’

La domanda rimane senza risposta, la sua eco rimbalza contro le pareti variopinte delle grotte e risuona nelle porosità della pancia. Ho fame, va detto, si è fatta una certa. C’è un piccolo aperitivo che attende, tipica ospitalità di Magna Grecia Mare e del Porto Museo: vino, aranciata, noccioline, tutti i santi crismi.

La domanda non ha risposta, però insegna qualcosa. Scegliere bene i vestiti è importante. Me lo devo ricordare. Non è detto, ma potrebbe anche significare volersi bene, sentirsi abili.

La pagina FB di SWIM: https://www.facebook.com/swimliberidinuotare/

Il progetto:

“L’idea nasce da un progetto dal titolo “INNOVABILITY” con l’obiettivo di creare un sito stimolante e inclusivo, perfettamente integrato con la spiaggia pubblica, un luogo fisico e mentale, in cui le persone diverse sono coinvolte in uguali attività con l’obiettivo di trasformare l’inaccessibilità in opportunità di inclusione”.

“Chi semina amore raccoglie felicità” – W. Shakespeare
Il gradito regalo di Rosario e Salvatore per il Celacanto e Coppula Tisa 🙂

Gallery: un osservatorio partecipante
Esiti del processo
Associazioni e incontri
Istituti Scolastici
Sintesi del progetto

Progetto Gallery: un osservatorio partecipante – avviso pubblico Puglia Partecipa – scadenza gennaio 2019 – Legge Regionale sulla partecipazione N. 28 del 13 luglio 2017.


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